17-04-2023
L'Associazione EBS che riunisce gli operatori industriali del settore delle biomasse solide commenta l'esito dei negoziati interistituzionali inerenti la direttiva sull'energia rinnovabile (RED III) che si sono tenuti ieri presso il Parlamento europeo. L'accordo è ritenuto un miglioramento rispetto alle versioni discusse nei mesi precedenti dall'UE.
In via generale, è stato deciso un aumento della quota di energia rinnovabile nel consumo energetico complessivo dell'UE al 42,5% entro il 2030, con un'ulteriore integrazione indicativa del 2,5% che consentirebbe di raggiungere la quota del 45%.
Entrando nel merito della produzione di energia da biomasse solide, la RED III ha confermato la classificazione di questa fonte tra le rinnovabili e abrogato la definizione di biomassa primaria. Non ci saranno dunque nuove restrizioni sulle materie prime ricavate dalla corretta manutenzione e pulizia dei boschi, la cui ipotesi aveva generato preoccupazione per il settore in quanto avrebbe causato ripercussioni sia allo sviluppo dell'economia di aree montane e interne e alla filiera composta da oltre 5 mila lavoratori, sia in termini di rischi ambientali e idrogeologici.
La direttiva prevede l'uso a cascata della biomassa, principio in base al quale già operano gli associati EBS. L'attività degli impianti di produzione di energia da biomasse solide agevola in modo costante e redditizio il recupero di materiali residuali di comparti cardine come il forestale e l'agroalimentare italiano, posizionandosi all'ultimo gradino dell'utilizzo a cascata dei prodotti di tali filiere secondo il modello dell'economia circolare, immediatamente prima dell'invio a smaltimento, in sintonia con l'utilizzo della biomassa secondo il suo massimo valore aggiunto economico e ambientale in ordine di priorità (prodotti derivati dal legno, estensione della loro vita utile, riutilizzo, riciclaggio, bioenergia e smaltimento).
In via generale, è stato deciso un aumento della quota di energia rinnovabile nel consumo energetico complessivo dell'UE al 42,5% entro il 2030, con un'ulteriore integrazione indicativa del 2,5% che consentirebbe di raggiungere la quota del 45%.
Entrando nel merito della produzione di energia da biomasse solide, la RED III ha confermato la classificazione di questa fonte tra le rinnovabili e abrogato la definizione di biomassa primaria. Non ci saranno dunque nuove restrizioni sulle materie prime ricavate dalla corretta manutenzione e pulizia dei boschi, la cui ipotesi aveva generato preoccupazione per il settore in quanto avrebbe causato ripercussioni sia allo sviluppo dell'economia di aree montane e interne e alla filiera composta da oltre 5 mila lavoratori, sia in termini di rischi ambientali e idrogeologici.
La direttiva prevede l'uso a cascata della biomassa, principio in base al quale già operano gli associati EBS. L'attività degli impianti di produzione di energia da biomasse solide agevola in modo costante e redditizio il recupero di materiali residuali di comparti cardine come il forestale e l'agroalimentare italiano, posizionandosi all'ultimo gradino dell'utilizzo a cascata dei prodotti di tali filiere secondo il modello dell'economia circolare, immediatamente prima dell'invio a smaltimento, in sintonia con l'utilizzo della biomassa secondo il suo massimo valore aggiunto economico e ambientale in ordine di priorità (prodotti derivati dal legno, estensione della loro vita utile, riutilizzo, riciclaggio, bioenergia e smaltimento).