29-06-2023
Il contributo della chimica agli obiettivi della sostenibilità ambientale è fondamentale e corrisponde al ruolo che la chimica ha sempre avuto nel progresso umano, come si legge nell'ultimo numero di Chimica Magazine, che potete scaricare a seguito della compilazione del form sottostante.
Quando si parla di chimica “verde”, si intende generalmente un processo che punta alla realizzazione di composti chimici, da utilizzare nelle industrie più svariate, a partire da materie prime alternative a quella “mainstream”, ovvero derivanti da fonti fossili, in una parola dal petrolio. Un’opera immane, se pensiamo che di fatto è con il petrolio che è nata la plastica ed è da qui che si sviluppano una moltitudine di settori industriali, che messi insieme pesano per circa il 70% su questa risorsa, rispetto ai trasporti e mobilità che con il loro 30% sembrano essere il settore più difficile da decarbonizzare, quando invece non lo sono.
È dunque un’ardua montagna da scalare, ma in compenso, vi sono altri obiettivi che possono essere perseguiti sempre nel solco di una chimica verde o in generale più sostenibile, oltre alla sostituzione della fonte primaria. Si parla ad esempio di biodegradabilità, particolarmente importante nelle applicazioni agricole, oppure di riciclabilità dei materiali, a monte o a valle della catena. Sono tutte strade aperte dall’obiettivo primario della sostenibilità, una parola sola che sottende tantissimi processi e che deve includere, per essere solida e a lungo termine, anche altre declinazioni e altri risultati, ognuno dei quali funzionale alla visione finale.
In questo senso potete leggere gli articoli che compongono questo numero, che spaziano appunto dalle numerose prospettive relative ai materiali di base per la chimica verde, a soluzioni innovative che consentono a processi chimici sostanzialmente tradizionali – e soprattutto alle complesse supply chain che essi presuppongono - di diventare più efficienti, riducendo i consumi e in generale lo spreco di risorse. E, di conseguenza, di diventare più sostenibili.
Quando si parla di chimica “verde”, si intende generalmente un processo che punta alla realizzazione di composti chimici, da utilizzare nelle industrie più svariate, a partire da materie prime alternative a quella “mainstream”, ovvero derivanti da fonti fossili, in una parola dal petrolio. Un’opera immane, se pensiamo che di fatto è con il petrolio che è nata la plastica ed è da qui che si sviluppano una moltitudine di settori industriali, che messi insieme pesano per circa il 70% su questa risorsa, rispetto ai trasporti e mobilità che con il loro 30% sembrano essere il settore più difficile da decarbonizzare, quando invece non lo sono.
È dunque un’ardua montagna da scalare, ma in compenso, vi sono altri obiettivi che possono essere perseguiti sempre nel solco di una chimica verde o in generale più sostenibile, oltre alla sostituzione della fonte primaria. Si parla ad esempio di biodegradabilità, particolarmente importante nelle applicazioni agricole, oppure di riciclabilità dei materiali, a monte o a valle della catena. Sono tutte strade aperte dall’obiettivo primario della sostenibilità, una parola sola che sottende tantissimi processi e che deve includere, per essere solida e a lungo termine, anche altre declinazioni e altri risultati, ognuno dei quali funzionale alla visione finale.
In questo senso potete leggere gli articoli che compongono questo numero, che spaziano appunto dalle numerose prospettive relative ai materiali di base per la chimica verde, a soluzioni innovative che consentono a processi chimici sostanzialmente tradizionali – e soprattutto alle complesse supply chain che essi presuppongono - di diventare più efficienti, riducendo i consumi e in generale lo spreco di risorse. E, di conseguenza, di diventare più sostenibili.