24-04-2024
Nei giorni scorsi si sono svolti Climate Tech e Aquality Forum, eventi di IKN Italy strategicamente co-located per analizzare attraverso il contributo di voci provenienti da settori diversi gli impatti inesorabili del cambiamento climatico, le modalità di mitigazione e le possibilità di adattamento per diminuirne le conseguenze. In Italia, lo scorso anno ha registrato una crescita anomala di temperatura di 1,12°C sull’anno precedente che già era stato decisamente più caldo (+1,16°C ) rispetto al 2021. (Fonte: Fondazione CMCC).
Il cambiamento climatico è un fenomeno che siamo sempre stati abituati a valutare a livello globale, ma negli ultimi anni è arrivato nelle nostre città con ondate di calore in aumento e un forte legame tra queste ultime e la qualità dell’aria/inquinamento. Inoltre, le città sono particolarmente esposte al rischio alluvioni a causa di caratteristiche geografiche e geo-idrologiche, un’urbanizzazione scarsamente controllata e la proliferazione di suoli impermeabili. In tale contesto e con la consapevolezza che le attività umane siano le prime cause di questi cambiamenti, diventa necessario intervenire a livello di adattamento per diminuire gli impatti e relativi danni cui andiamo incontro in ogni episodio intenso. Paola Mercogliano, Head of REMHI Research Division CMCC Foundation – Centro Europeo Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, ha introdotto i diversi scenari di evoluzione della concentrazione dei gas serra in atmosfera, i cosiddetti RCP – Representative Concentration Pathways, che portano a varie ipotesi sulle azioni umane e sulle politiche ambientali che influenzeranno le emissioni nel futuro, come RCP2.6 (“mitigazione aggressiva”, con emissioni dimezzate entro il 2050), RCP4.5 (“forte stabilizzazione” con riduzioni consistenti delle emissioni) o RCP8.5 (“nessuna mitigazione”, spesso definito “business as usual” poiché prevede una crescita delle emissioni al ritmo attuale).
Su tutta l’Italia è atteso un sostanziale aumento in frequenza e intensità degli eventi climatici, specialmente per le precipitazioni intense (con incremento sia sui valori giornalieri sia dell’intensità e frequenza degli eventi estremi di precipitazione) e per le mareggiate più estreme (con un incremento in particolare nell’alto Adriatico, Mar Ligure e alto Tirreno). Il settore delle infrastrutture, oltre al turismo e all’agricoltura, è indubbiamente quello più influenzato dai cambiamenti climatici - attualmente i danni si registrano dalle esondazioni fluviali, in futuro saranno causati anche dalla siccità – che impattano anche sull’economia (più elevata è la temperatura, più i costi aumentano, basti pensare a quelli energetici) e a livello sociale. La ricerca può supportare la pianificazione, la progettazione e la gestione dell’adattamento urbano: attraverso approcci innovativi è possibile considerare l’evoluzione dei rischi climatici a livello locale e quantificarne l’efficienza. Sarà strategico capire come cambiare la narrativa sul cambiamento climatico, il cui obiettivo sarà quello di trovare le modalità più adatte per comunicare ai diversi target group.
Climate Tech e Aquality Forum danno appuntamento al 2025!
Il cambiamento climatico è un fenomeno che siamo sempre stati abituati a valutare a livello globale, ma negli ultimi anni è arrivato nelle nostre città con ondate di calore in aumento e un forte legame tra queste ultime e la qualità dell’aria/inquinamento. Inoltre, le città sono particolarmente esposte al rischio alluvioni a causa di caratteristiche geografiche e geo-idrologiche, un’urbanizzazione scarsamente controllata e la proliferazione di suoli impermeabili. In tale contesto e con la consapevolezza che le attività umane siano le prime cause di questi cambiamenti, diventa necessario intervenire a livello di adattamento per diminuire gli impatti e relativi danni cui andiamo incontro in ogni episodio intenso. Paola Mercogliano, Head of REMHI Research Division CMCC Foundation – Centro Europeo Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, ha introdotto i diversi scenari di evoluzione della concentrazione dei gas serra in atmosfera, i cosiddetti RCP – Representative Concentration Pathways, che portano a varie ipotesi sulle azioni umane e sulle politiche ambientali che influenzeranno le emissioni nel futuro, come RCP2.6 (“mitigazione aggressiva”, con emissioni dimezzate entro il 2050), RCP4.5 (“forte stabilizzazione” con riduzioni consistenti delle emissioni) o RCP8.5 (“nessuna mitigazione”, spesso definito “business as usual” poiché prevede una crescita delle emissioni al ritmo attuale).
Su tutta l’Italia è atteso un sostanziale aumento in frequenza e intensità degli eventi climatici, specialmente per le precipitazioni intense (con incremento sia sui valori giornalieri sia dell’intensità e frequenza degli eventi estremi di precipitazione) e per le mareggiate più estreme (con un incremento in particolare nell’alto Adriatico, Mar Ligure e alto Tirreno). Il settore delle infrastrutture, oltre al turismo e all’agricoltura, è indubbiamente quello più influenzato dai cambiamenti climatici - attualmente i danni si registrano dalle esondazioni fluviali, in futuro saranno causati anche dalla siccità – che impattano anche sull’economia (più elevata è la temperatura, più i costi aumentano, basti pensare a quelli energetici) e a livello sociale. La ricerca può supportare la pianificazione, la progettazione e la gestione dell’adattamento urbano: attraverso approcci innovativi è possibile considerare l’evoluzione dei rischi climatici a livello locale e quantificarne l’efficienza. Sarà strategico capire come cambiare la narrativa sul cambiamento climatico, il cui obiettivo sarà quello di trovare le modalità più adatte per comunicare ai diversi target group.
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