24-04-2024
Il Distretto dei Vigili del Fuoco della Valle di Fiemme, costituito da un totale di 350 operatori tutti volontari, e completamente equipaggiato con caschi Dräger di ultima generazione, è stato scelto per effettuare una prova sul campo della termocamera UCF Fire Core in quanto è da sempre alla ricerca di prodotti più performanti che può testare grazie a una organizzazione specificamente dedicata all’addestramento.
Ecco la testimonianza dalla viva voce dei protagonisti.
Come si è svolta la sperimentazione? “In qualità di referente per la formazione, ha spiegato Bruno Visioli, caposquadra Vigili del Fuoco Volontari del Corpo di Cavalese, dopo aver accolto con entusiasmo la proposta di Dräger, ho organizzato subito un gruppo, costituito da otto istruttori, che potesse dedicarsi a questa sperimentazione. Dopo avere studiato il prodotto dal punto di vista del funzionamento tecnico, siamo passati alle prove sul campo incrementando il livello di difficoltà, partendo dalle zone di manovra in caserma e al soccorso con visibilità nulla fino all’utilizzo della termocamera all’interno di un simulatore di incendio confinato”.
Qual è il valore aggiunto e quali sono i vantaggi offerti da questo prodotto? “La vera rivoluzione offerta da questo dispositivo, ha proseguito Visioli, è che, essendo montato sul casco, permette di avere le mani libere consentendo di intervenire senza sacrificare parte della propria operatività. Ne conseguono vantaggi quali la riduzione dei tempi d’intervento e una notevole precisione soprattutto in merito alla ricerca e al soccorso di persone in ambienti con visibilità scarsa o nulla. La possibilità di avere piena operatività consente inoltre all’operatore di andare a colpire in modo molto più rapido e preciso il focolaio dell’incendio”.
“Le prove che abbiamo effettuato, ha aggiunto Visioli, ci hanno permesso di verificare che, con il corretto addestramento, l’utilizzo della termocamera diventa semplice, efficace e sicuro”. “Il visore della termocamera è inserito all’interno della maschera, aggiunge Mattia Giacomuzzi, caposquadra dei Vigili del Fuoco Volontari del Corpo di Cavalese, e questo ci offre la possibilità di vedere in modalità continua qualsiasi cosa, a partire dall’innesco di un focolaio fino ai nostri stessi colleghi, in uno scenario nel quale normalmente non avremmo visibilità. Abbiamo riscontrato una consapevolezza situazionale che ci consente di orientarci più facilmente”.
Data la particolarità della termocamera posizionata sul casco, l’utilizzo in gruppo è risultato funzionale? “È possibile condividere la termocamera, ha proseguito Giacomuzzi, staccandola facilmente dal casco e passandola a un altro operatore, il cui casco è naturalmente predisposto con un visore all’interno della maschera e, tramite un contatto ravvicinato tra la termocamera e il nuovo visore, l’immagine sarà trasferita”. E per quanto riguarda pulizia e manutenzione del prodotto? “È davvero molto semplice, ha concluso Giacomuzzi, perché la batteria del visore si può sostituire in autonomia (con un cacciavite) e la termocamera si può pulire con un sanificatore in pochi passaggi”.
Ecco la testimonianza dalla viva voce dei protagonisti.
Come si è svolta la sperimentazione? “In qualità di referente per la formazione, ha spiegato Bruno Visioli, caposquadra Vigili del Fuoco Volontari del Corpo di Cavalese, dopo aver accolto con entusiasmo la proposta di Dräger, ho organizzato subito un gruppo, costituito da otto istruttori, che potesse dedicarsi a questa sperimentazione. Dopo avere studiato il prodotto dal punto di vista del funzionamento tecnico, siamo passati alle prove sul campo incrementando il livello di difficoltà, partendo dalle zone di manovra in caserma e al soccorso con visibilità nulla fino all’utilizzo della termocamera all’interno di un simulatore di incendio confinato”.
Qual è il valore aggiunto e quali sono i vantaggi offerti da questo prodotto? “La vera rivoluzione offerta da questo dispositivo, ha proseguito Visioli, è che, essendo montato sul casco, permette di avere le mani libere consentendo di intervenire senza sacrificare parte della propria operatività. Ne conseguono vantaggi quali la riduzione dei tempi d’intervento e una notevole precisione soprattutto in merito alla ricerca e al soccorso di persone in ambienti con visibilità scarsa o nulla. La possibilità di avere piena operatività consente inoltre all’operatore di andare a colpire in modo molto più rapido e preciso il focolaio dell’incendio”.
“Le prove che abbiamo effettuato, ha aggiunto Visioli, ci hanno permesso di verificare che, con il corretto addestramento, l’utilizzo della termocamera diventa semplice, efficace e sicuro”. “Il visore della termocamera è inserito all’interno della maschera, aggiunge Mattia Giacomuzzi, caposquadra dei Vigili del Fuoco Volontari del Corpo di Cavalese, e questo ci offre la possibilità di vedere in modalità continua qualsiasi cosa, a partire dall’innesco di un focolaio fino ai nostri stessi colleghi, in uno scenario nel quale normalmente non avremmo visibilità. Abbiamo riscontrato una consapevolezza situazionale che ci consente di orientarci più facilmente”.
Data la particolarità della termocamera posizionata sul casco, l’utilizzo in gruppo è risultato funzionale? “È possibile condividere la termocamera, ha proseguito Giacomuzzi, staccandola facilmente dal casco e passandola a un altro operatore, il cui casco è naturalmente predisposto con un visore all’interno della maschera e, tramite un contatto ravvicinato tra la termocamera e il nuovo visore, l’immagine sarà trasferita”. E per quanto riguarda pulizia e manutenzione del prodotto? “È davvero molto semplice, ha concluso Giacomuzzi, perché la batteria del visore si può sostituire in autonomia (con un cacciavite) e la termocamera si può pulire con un sanificatore in pochi passaggi”.

